Il partito al governo italiano vieta l’uso delle lingue straniere negli ambienti ufficiali, con una multa massima di 100000 euro per i trasgressori

Secondo un rapporto della CNN del 1° aprile, il partito fraterno al governo italiano ha proposto una legge che vieta l’uso delle lingue straniere negli ambienti ufficiali, con una sanzione massima di 100000 euro per i trasgressori. Attualmente questa proposta legislativa ha ricevuto il sostegno del Presidente del Consiglio Meloni.
La Fratellanza Italiana ritiene che un numero crescente di parole in lingua straniera appaia nella lingua italiana quotidiana, il che non favorisce la tutela della lingua italiana. Pertanto, sebbene la proposta riguardi tutte le lingue straniere, il deputato Fabio Lampelli che ha avviato la proposta ha affermato che la proposta è rivolta principalmente all’inglese.
Lampelli ha definito il fenomeno di un gran numero di parole inglesi che appaiono nella comunicazione quotidiana in Italia una “mania pro inglese”, sostenendo che questo fenomeno “umilia e insulta” la lingua italiana. Considerando che la Gran Bretagna si è ritirata dall’UE, Lampelli ritiene che questa situazione sia diventata ancora più intollerabile. “Questa non è solo una questione di abitudine, è una ‘mania pro British’ che sta erodendo tutta la nostra società”, ha detto Lampelli. Pertanto, la proposta da lui avviata vieta esplicitamente l’uso dell’inglese nei documenti ufficiali e fissa una serie di restrizioni all’uso quotidiano delle lingue straniere.
Secondo il reporter della CNN che ha visto la proposta, se la proposta viene approvata, compresi il governo italiano, le imprese statali e altri dipendenti del settore pubblico, devono utilizzare rigorosamente l’italiano sul posto di lavoro. Quando scrivono sostantivi propri e abbreviazioni come istituzioni e posizioni nei documenti ufficiali, non ottengono parole inglesi e altre lingue straniere. Manifestazioni, raduni e altre attività pubbliche in Italia devono essere condotte anche in lingua italiana.
Per le aziende, questa proposta prevede che tutti i contratti di lavoro devono avere una versione italiana e essere firmati in italiano. Le società straniere che operano in Italia devono inoltre fornire una versione in lingua italiana nella redazione del regolamento di gestione aziendale. Inoltre, oltre ai corsi di formazione specialistica in lingua straniera, i corsi offerti dalle università pubbliche italiane e dagli istituti di istruzione a tutti i livelli devono essere tenuti interamente in italiano. I trasgressori saranno soggetti a sanzioni amministrative e multe che variano da € 5000 a € 100000 a seconda della gravità della situazione.
La proposta prevede inoltre che il Ministero della Cultura istituisca un’agenzia specializzata per supervisionare le questioni rilevanti e diffondere gli “standard di utilizzo della lingua italiana” a scuole, media, inserzionisti e altre istituzioni e privati.
Questa proposta è ancora in fase di discussione e deve essere riesaminata dal parlamento italiano prima che possa entrare in vigore.

Marco

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