
Meta è sotto indagine da parte delle autorità antitrust italiane in merito alla concessione di licenze per il copyright musicale
Lo scorso 5 aprile l’Agenzia Italiana per la Concorrenza e la Gestione del Mercato (ACGM) ha annunciato di avviare un’indagine sulla piattaforma Meta per verificare se l’azienda abbia abusato della dipendenza economica dell’associazione da Meta nelle trattative con l’Associazione Italiana Scrittori ed Editori (SIAE).
Le informazioni pubbliche dimostrano che SIAE è un’organizzazione italiana di gestione collettiva dei diritti d’autore in grado di gestire i diritti economici dei titolari del diritto d’autore. Nello specifico, SIAE è un’organizzazione globale di gestione collettiva del copyright che non gestisce solo un particolare tipo di opera o diritti, ma gestisce più tipi di opere, tra cui testo, musica, dramma, arte, fotografia, cinema e televisione.
Il reporter Nandu ha appreso dal sito ufficiale ACGM che questa indagine è legata alla cooperazione sul copyright musicale tra Meta e SIAE. Qualche settimana fa Meta non è stata in grado di rinnovare l’accordo per l’utilizzo dei contenuti musicali con SIAE e ha rimosso tutti i contenuti musicali per artisti SIAE dalla sua piattaforma.
L’agenzia antitrust italiana ha dichiarato che la mossa di Meta è sospettata di abusare della dipendenza economica dell’associazione da essa, che può avere un impatto significativo sulla concorrenza sul mercato e limitare il diritto di scelta dei consumatori.
Allo stesso tempo, l’agenzia antitrust italiana ha avviato anche una procedura di misura temporanea in conformità con il proprio diritto nazionale della concorrenza, “per garantire che il processo negoziale tra SIAE e Meta possa essere riavviato nel rispetto dei principi di integrità, trasparenza ed equità.
Questa non è la prima indagine di Meta in Italia quest’anno. Nel febbraio di quest’anno il procuratore italiano di Milano ha avviato un’indagine sul presunto inadempimento della piattaforma Meta di circa 870 milioni di euro di imposta sul valore aggiunto.
Secondo il quotidiano “Daily Fact”, ottenere l’iscrizione gratuita alla piattaforma Meta è in cambio di dati utente e dovrebbe essere classificata come scambio di servizi, richiedendo quindi il pagamento dell’imposta sul valore aggiunto. Al momento non vi sono progressi recenti nell’indagine.
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