Esperti energetici italiani: la crisi energetica in Europa è tutt’altro che finita

In risposta all’accordo raggiunto dall’Unione Europea sul tetto dei prezzi dei prodotti petroliferi russi, gli esperti del Centro Italiano di Ricerca Europeo hanno affermato che, nonostante il recente inverno caldo e l’impatto di varie misure di risparmio energetico, la crisi energetica europea era tutt’altro che finita.
Demostes Floros, senior energy economy analyst presso il Centro Europeo di Ricerca in Italia: No, la crisi (energetica) non è finita, e la crisi più grave sarà il prossimo inverno.
È difficile per l’UE sostituire il gasolio importato dalla Russia. In risposta a possibili sanzioni in futuro, l’importazione di gasolio russo dall’Unione Europea una volta è aumentata a 850000 barili al giorno, il che ha portato a un continuo aumento del prezzo del gasolio. Tuttavia, le sanzioni occidentali non possono bloccare le esportazioni energetiche russe.
Demostnes Floros, senior energy and economic analyst presso il Centro europeo di ricerca in Italia: L’UE sta importando gasolio da paesi terzi, ma questi paesi terzi stanno raffinando gasolio da greggio importato dalla Russia, quindi, infatti, il Regno Unito e l’UE continueranno ad importare petrolio greggio russo indirettamente.
Attualmente l’economia europea si trova ad affrontare una grande incertezza a causa dell’elevata inflazione e dei costanti aumenti dei tassi di interesse da parte della banca centrale; Inoltre, l’introduzione della legge statunitense sulla riduzione dell’inflazione ha fatto sì che l’industria manifatturiera europea affronti un contesto di mercato più sfavorevole. Floros credeva che i prezzi dell’energia sarebbero stati il fattore decisivo per mantenere la competitività delle imprese europee, e il mantenimento delle sanzioni contro l’energia russa avrebbe portato ad un’accelerazione della deindustrializzazione in Europa.

Marco

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